2012

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Jonathan AmesNEMMENO IMMAGINI QUANTO TI VOGLIO BENE
Dalai, euro 16,50

Che stia dando la caccia agli scarafaggi che infestano il suo appartamento, baciando una bellissima attrice sul set di un film di avanguardia o provocando una rissa con un tedesco nerboruto, di sicuro Jonathan Ames possiede un talento eccezionale per cacciarsi nelle situazioni più bizzarre. Talento che mostra anche trasformando le occasioni più banali in esperienze memorabili. In questa sua ultima fatica, lo scrittore dà un’ulteriore prova della sua straordinaria capacità di trasformare le proprie avventure e nevrosi, i momenti di felicità o di dolore in storie esilaranti e, allo stesso tempo, malinconiche. Scopriremo così, grazie a lui, che è possibile scovare la bellezza nella perversione, la dolcezza nella solitudine e il lato divertente della sofferenza.

Un’intervista all’autore: http://blog.bcdeditore.it/2011/02/intervista-a-jonathan-ames/

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Pierpaolo Vettori LE SORELLE SOFFICI
Elliot, euro 16,00

L’Italia trafficona e corrotta di Tangentopoli raccontata da Alice nel Paese delle Meraviglie, ovvero può sopravvivere l’innocenza in un mondo come questo? Un romanzo affascinante che segna la scoperta di una voce nuova e originalissima.

Finalista alla XIV edizione del Premio Calvino.

Veronica Soffici è una ragazza molto speciale, parla con gli scrittori defunti che popolano la biblioteca di casa, mangia mele con i chiodi di garofano e sente di essere la sola a difendere la sorella Cecilia dai pericoli terreni e ultraterreni. La sua è una famiglia di industriali la cui fortuna è stata costruita sulla ricetta segreta di una marmellata diventata famosa in tutto il mondo. Ma i tempi cambiano e l’ombra del fallimento sembra incombente, mentre i primi scandali di Tangentopoli cominciano ad apparire nelle cronache. Un aiuto potrebbe arrivare da un ambiguo faccendiere, l’unico in grado di garantire una via d’uscita, ma sarà necessario sacrificare qualcuno. Giorno dopo giorno Veronica riporta nel suo diario ricordi, visioni, fantasie ma anche i mutamenti repentini che stravolgono la routine familiare, insieme al viavai di speculatori, portaborse e politici che stringono d’assedio i terreni intorno a Villa Soffici. Alla ragazza non resta che organizzare una forma di resistenza tutta sua e giocare la crudele partita con il mondo. Poetico e affascinante, questo romanzo è un grido di battaglia a difesa dell’innocenza e della fantasia contro l’avanzare di una barbarie dell’anima che non concede prigionieri. Un’opera spiazzante, diversa, indimenticabile.

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Gwendoline Riley – POSIZIONI OPPOSTE
Elliot, euro 16,00

Mentre si trova in America in una delle sue periodiche fughe dalla provincia inglese e da se stessa, la trentenne Aislinn Kelly riceve una telefonata inaspettata dalla sua ex migliore amica, Cathy. Fin dall’adolescenza Aislinn ha cercato di tenere lontano da sé la propria famiglia: un padre assente nell’infanzia e che ora le scrive e-mail al limite dello stalking rinfacciandole ogni sua scelta, e una madre, da cui lei forse non si è mai sentita veramente amata, che sta cercando di rifarsi una vita con il nuovo compagno e continua a ripetere gli stessi errori di sempre. Adesso è come se questa telefonata dall’altra parte dell’oceano riaprisse un mondo da cui Aislinn è voluta fuggire senza riuscirci e con esso i ricordi di una storia d’amore tormentata e mai conclusa con cui finora ha evitato di confrontarsi davvero… Posizioni opposte racconta il punto di passaggio non più differibile, la personale linea d’ombra tra due età della vita, e l’accettazione di sé e del proprio passato. Nel personaggio di Aislinn e nel suo confronto con il mondo degli “adulti”, Gwendoline Riley rivela l’umore profondo di un’intera generazione.

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Julian Barnes IL SENSO DI UNA FINE
Einaudi, euro 17,50

La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un’inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all’adolescenza, quando Tony procedeva all’educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l’adulto che è. Il percorso a ritroso nelle zone d’ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, “quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione”, secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l’amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l’estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant’anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d’Arianna di reminiscenze inaffidabili.

Vincitore del Man Booker Prize 2011.

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Guy DelisleCRONACHE DI GERUSALEMME
Rizzoli Lizard, euro 20,00



Agosto 2008: un volo notturno porta Guy Delisle a Gerusalemme, dove il fumettista e la sua famiglia trascorreranno un anno della propria vita per dare modo a Nadège, la compagna di Guy, di partecipare a una missione di Medici Senza Frontiere. Vivranno a Beit Hanina, un quartiere nella zona est della città che sin dalla prima passeggiata si mostrerà, in tutta la sua desolazione, decisamente diverso dalla Gerusalemme propagandata dalle guide turistiche; e si destreggeranno più o meno goffamente in una quotidianità fatta di checkpoint e frontiere – teatro di perquisizioni e infiniti quanto surreali interrogatori -, delle mille sfumature di laicità e ultraortodossia, di tensioni feroci e contrasti millenari, e della disperata speranza, della rabbia e della frustrazione del popolo palestinese, in lotta ogni giorno contro l’occupazione, devastato dall’atrocità di un attacco (la tristemente nota Operazione Piombo Fuso) di cui l’autore si trova a essere basito spettatore. Una quotidianità condizionata dunque da grandi questioni, eppure fatta, come ogni altra, di piccoli momenti, narrati con stile impeccabile e travolgente potenza espressiva dall’autore di “Pyongyang”, “Cronache birmane” e “Shenzen”.

Vincitore del Festival del fumetto di Angoulême 2011.

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Joe R. Lansdale ACQUA BUIA
Einaudi, euro 18,50

Ci mettemmo tutti a tirare la corda e alla fine, proprio quando ero sicura che stessero per uscirmi le budella, il sacco venne a riva. Il fatto è che non c’era solo quello. Im pigliato, c’era qualcosa di gonfio e bianco da cui ciondolavano lunghi ciuffi di erba bagnata.
Fermi un attimo, – disse papà, e continuò a tirare.
Poi mi resi conto che non era erba, ma capelli. E sotto quei capelli una faccia grossa e tonda come la luna, bianca come un lenzuolo e gonfia come un cuscino di piume. Fu solo quando vidi il vestito che capii di chi si trattava. Era l’unico vestito che avevo mai visto indosso a May Lynn Baxter. Un vestito a fiori blu, cosí stinto che a malapena si distingueva il colore originale dei fiori, e che le era diventato sempre piú corto via via che cresceva.
L’unica volta che ricordavo di averla vista senza quel vestito era stata quando, una sera, io e lei assieme a Terry e Jinx eravamo sgattaiolati fuori di casa per andare a fare un tuffo nella buca. Allora, al chiaro di luna, mi era sembrata proprio carina, senza niente addosso, ben fatta e con i capelli biondissimi lunghi fino alla vita, e quel vestito appeso a un ramo vicino al fiume. Si muoveva come al ritmo di una musica che solo lei riusciva a sentire. Capii allora che sarebbe diventata il tipo di ragazza che gli scapoli si voltano a guardare, tirando un gran sospiro, mentre gli uomini sposati vorrebbero che la loro moglie prendesse fuoco all’istante. Il punto è che lo era già, quel tipo di ragazza.

Joe R. Lansdale, Acqua buia

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In fondo alla palude, insozzato dal fango, scheggiato dal razzismo, dall’odio e dalla violenza resiste, anzi rinasce, quel che resta del sogno americano. A regalargli una spruzzata di vita, sangue nuovo, a far battere forte il cuore, ci pensa Joe R. Lansdale con il suo Acqua buia… Un romanzo che corre sul consueto scenario del Texas della Grande depressione ma che ha il respiro universale come solo le opere migliori sanno avere. Sino a creare una sorta di non luogo, di non tempo che ha la forza di parlare a tutti noi, del nostro oggi.

Massimo Vincenzi, la Repubblica

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Una scatenato romanzo gotico-picaresco… Divertente e allo stesso tempo inquietante, a tratti assai crudo ma costantemente baciato da una palese felicità di scrittura, Acqua buia è forse il capolavoro di Joe R. Lansdale, un libro capace di giocare coi generi letterari… La voce di Sue Ellen è semplicemente perfetta: spigliata, vibrante, ricca di umanità e di sfumature, e capace dall’inizio alla fine di risultare sempre meravigliosamente autentica.

Giuseppe Culicchia, ttL- La Stampa

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Il romanzo americano piú potente, autentico e perfetto dai tempi di Huckleberry Finn. Meraviglioso e terrificante, Acqua buia è opera di una mente geniale. Un capolavoro.

Dan Simmons

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Un cast di personaggi indimenticabili….una lettura eccezionale. Quando l’ho finito è successo qualcosa che non ricordo sia mai capitata prima, con un libro che dovevo recensire: volevo leggerlo di nuovo.

Boston Globe

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Un delizioso racconto gotico… buffo e spaventoso al tempo stesso, potrebbe essere uscito dalla penna dei fratelli Grimm, o di Mark Twain.

New York Times Book Review

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Joe Lansdale è ormai da tempo uno dei nostri scrittori migliori e piú difficili da racchiudere in una formula. Definitelo pure un autore del soprannaturale, dell’horror, un giallista o un narratore dell’America profonda: basta che vi ricordiate di aggiungere l’aggettivo grande.

Daniel Woodrell

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«Sono sempre stato fortunato e benvoluto, ma certo questo è il romanzo che ha avuto l’accoglienza più calorosa…»: così Joe R. Lansdale ha commentato il grandioso successo di pubblico e di critica del suo nuovo romanzo, accolto negli Stati Uniti non solo come il suo miglior libro, ma come uno dei capolavori del romanzo contemporaneo.

L’azione comincia in Texas, ai tempi della Grande depressione. May Lynn è bionda, ha 16 anni e un sogno: diventare una stella di Hollywood. Quando la sua amica Sue Ellen la trova morta nelle acque del fiume Sabine, con una macchina da cucire legata ai piedi, decide che per onorare la sua memoria non c’è altro da fare che portarla in California, perché trascorra lì l’eternità.
In compagnia di Terry, ragazzino bianco che fa parlare di sé per la sua presunta omosessualità, e Jinx, ragazzina nera che fa parlare di sé per la sua incapacità di tenere a freno la lingua, Sue Ellen si rimbocca le maniche per realizzare, anche se postumo, il desiderio dell’amica: ne riesuma il corpo (sepolto senza alcuna cura in una cassa di legno scadente), lo brucia, e prepara le ceneri per il viaggio, che è lungo e anche piuttosto caro. Ma a questo proposito, per fortuna, ci pensa la stessa May Lynn a soccorrere gli amici: sul suo diario, che sguscia fuori da una pila di riviste nella sua stanza, la ragazzina ha disegnato una mappa del tesoro, che si rivela insospettabilmente vera. Muniti di un gruzzolo piuttosto cospicuo e di una chiatta (rubata) lo strampalato gruppetto comincia la navigazione sul fiume Sabine. Ma la distanza non è l’unica cosa da affrontare per arrivare in California, e i ragazzini si troveranno a fare i conti con un’infinità di avversari agguerriti. A partire dallo Zio Gene, che ha saputo del tesoro e non vede l’ora di metterci le mani, e poi i poliziotti corrotti, l’orrido Skunk, una specie di orco che fa a pezzi le sue vittime, e ancora il fiume stesso, tutt’altro che placido, che metterà a dura prova la determinazione di Sue Ellen e dei suoi amici.

«Un libro sui sogni e sulla voglia di realizzarli» ha scritto Massimo Vincenzi, ma anche un libro sui nostri incubi peggiori, una favola dark raccontata con la voce brillante e piena di stupore di un’adolescente degli anni Trenta. «La crescita è quel momento affascinante e irripetibile in cui scopri che tutto è diverso da come lo intendevi. E il vero segreto di chi scrive è non crescere mai, non perdere mai lo sguardo dei ragazzi», ha detto Lansdale a Vincenzi. E ha ammesso: «Non dovrei essere io a dirlo, ma sì, penso che sia il mio miglior libro. Volevo realizzare una mitologia realistica, prendendo spunto dai grandi classici: l’Odissea, ma anche Giasone e gli Argonauti. Ci ho messo molto lavoro e fatica, ma sono felice di averlo scritto».

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In occasione dell’uscita di Acqua buia, Repubblica TV ha pubblicato una videointervista a Joe R. Landsdale, tratta dal documentario Once We Were Children: Joe Lansdale, di Chiara Stangalino ed Erminio Perocco:

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Pino Cacucci NESSUNO PUO’ PORTARTI UN FIORE
Feltrinelli, euro 14,00

L’immaginazione e la memoria storica di Pino Cacucci sono affollate di ribelli. Non sono necessariamente eroi a tutto tondo. Non hanno necessariamente il rigore ideologico di una dottrina o il vigore di una fede politica. Non sono necessariamente entrati nella fama che si trasforma in leggenda. Hanno però una caratteristica comune: incarnano in un gesto o in una vita intera l’insofferenza profonda per il conformismo e l’ingiustizia. Quelli di Pino Cacucci sono spesso ribelli contro la loro stessa volontà e corrono incontro al destino con innamorata leggerezza. In questo libro si racconta di Horst Fantazzini, rapinatore gentiluomo, protagonista di tentate evasioni disastrose. Si racconta della bellissima e sfrontata Edera De Giovanni, che sfida, diciannovenne, il gerarca fascista, finisce in carcere, ne esce, prende contatti con i dirigenti della lotta di liberazione, viene catturata, torturata e fucilata a Bologna. Si racconta di Antonieta Rivas Mercado, pioniera appassionata di cultura nel Messico degli anni venti, travagliata da amori infelici e suicida a Parigi (si spara in Notre-Dame). Si racconta di Clément Duval, anarchico illegalista, teorico della rivolta e dell’esproprio, condannato ai lavori forzati alle Isole della Salute, che provò a fuggire via mare almeno una ventina di volte. Si racconta di Sylvia Ageloff, strumento ignaro nelle mani di Ramón Mercader per entrare nell’entourage di Trockij e assassinarlo. Si racconta del bandito Sante Pollastro, cantato anche da Francesco De Gregori. E del partigiano francese Louis Chabas detto Lulù, che combatté nelle Langhe, esperto in travestimenti.

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Davide Enia COSI’ IN TERRA
Dalai editore, euro 17,00

Davidù sale sul ring per la prima volta a nove anni. Cresciuto senza un padre – il Paladino, pugile fenomenale, morto poco prima della sua nascita – in una Palermo sporca, violenta e luminosa, sotto la protezione del gigantesco zio Umbertino e dell’enigmatico nonno Rosario, ci racconta cinquant’anni di storia, dal ’42 al ’92, accompagnato da una schiera di personaggi memorabili: il compagno di giochi Gerruso, il Maestro di boxe Franco, la madre discreta e premurosa, il tenente D’Arpa, la saggia nonna Provvidenza, compare Randazzo, Nina dalla «bocca di gelso» e altri ancora. Le loro storie, comiche e tragiche, scivolano le une nelle pieghe delle altre, componendo il ritratto di una famiglia, di una città, di un mondo in battaglia, pieno di grazia e ferocia.

«Il corpo ha una sua intelligenza. È un foglio da scrivere.»
«Seee, vabbè.»
«Tutto è scrittura.»
«Tutto?»
«Sì.»
«Anche la pasta con le sarde?»
«Sì.»
«E i fianchi delle femmine?»
«Sì.»
«E le bombe in città?»
«Sì.»
«E cosa scrivono queste parole di pugni e finte?»
«La storia della mia famiglia.»

Un piccolo estratto del libro
Non appena comprò lo spazio che sarebbe diventato la palestra, lo scantinato di un palazzo appena costruito vicino al carcere minorile, Umbertino si girò tutta quanta Palermo per trovare allievi. Parlava con chiunque, fottendosene se avesse i requisiti fisici per riuscire a sfondare nel mondo della boxe. Abbisognavano pìccioli, doveva trovare iscritti. Con quell’acquisto, come previsto, aveva esaurito tutte le finanze. Un mese dopo l’apertura, non aveva ancora nessun allievo che, con la retta mensile, gli garantisse la sopravvivenza. Era necessario che la voce circolasse di più. Si recò nei cantieri edili, nei bar di via Libertà, allo stadio, a Mondello, al mercato di Ballarò, del Capo, della Vuccirìa, al porto, allo scàro, finché comprese che il problema non era spiegare a cosa servisse andare in palestra. Necessario era far sapere che a Palermo una palestra di boxe esisteva. Certificarne la presenza nell’immaginario delle persone. Poi, certo, la prima lezione sarebbe stata aggratìs, fare capire che lì si scolpisce il corpo così bene che le femmine avrebbero fatto la fila per leccare via il sudore dal petto. Serviva scrùscio. Dopo la finale perduta, aveva giurato a se stesso di non combattere più in incontri ufficiali. Riprese con i combattimenti clandestini, per dimostrare con il proprio corpo cosa si poteva diventare, allenandosi. Ma il punto vincente della strategia fu l’utilizzo dei due canali comunicativi più efficaci per convincere i màsculi: i preti e le pulle.

«Ascoltami buono, prete, accussì evitiamo di perdere tempo. Per ogni persona che mi arriva in palestra dalla tua parrocchia, io ti faccio avere, ogni domenica, pagata da ìddu, una offerta che tu m’avìssi a baciare le mani, prete. Quindi, quando dici messa, all’omelia ci devi consigliare ai fedeli di venire in palestra ’nni mmìa, il motivo t’u inventi tu, voi siete bravi a parlare, prete. Perché avìssero a venire in palestra? Ma come? Ma per formare un micidiale esercito della fede, cu tutti ’sti comunisti ogni giorno sempre peggio è. Io un cristiano a modo sono. Tutta la religione so, tutta quanta. C’è Gesù, figlio di Giuseppe e Maria. La sua parola è vangelo. Non uccidere, non rubare, non falsare, dieci cose così, alla Mosè. Poi, i miracoli: i pani, i pesci, la lebbra e quello spettacolare, l’acqua in vino. Però il popolo bestia sceglie Barabba e ’u Signuruzzu muore in croce, pare amen e invece no: tre giorni e risorge, tutto infuocato, cammina sulle acque, volano le colombe, i galli cantano.»

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Jean Echonoz LAMPI
Adelphi, euro 17,00

Quando vede la luce in un’imprecisata località dell’Europa sudorientale, un furioso temporale manda in frantumi i vetri, fa roteare crocifissi e quadri, spegne lampade e candele – sinché un lampo gigantesco illumina il neonato e tutte le pendole impazziscono. Quel lampo sarà il segno distintivo di Gregor. Il quale si rivela ben presto non solo fragile, ombroso, sprezzante, ma eccezionalmente dotato per le scienze: pare quasi che sia capace di raffigurarsi le cose prima ancora che esistano, con precisione tridimensionale, senza bisogno di schizzi, schemi o bozzetti. Sarà dunque un inventore, e un inventore visionario, profetico, megalomane, sempre in bilico tra scienza e magia, meccanica e ciarlataneria, genialità e delirio, sogno e bluff. E sarà un uomo disperatamente solo, tanto avvenente e brillante quanto inavvicinabile, insofferente di ogni relazione con i suoi simili, cui del resto preferisce gli uccelli. Alle sue fantasmagoriche avventure parteciperemo con lo stesso incantato stupore di quando, bambini, sfogliavamo un libro illustrato di Jules Verne: dai primi, duri anni in America al servizio di Edison all’immensa popolarità conquistata grazie alla corrente alternata e ai rapinosi spettacoli in cui si esibisce tramutandosi in un lungo diluvio di fuoco, sino agli ultimi, sempre più temerari progetti e al crudele declino: perché Gregor inventa senza tregua ma dissipando tutto come se solo il puro atto di creare contasse.

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Shalom Auslander – PROVE PER UN INCENDIO
Guanda, euro 18,00

Dopo il successo travolgente de Il lamento del Prepuzio, Shalom Auslander torna negli scaffali delle nostre biblioteche con un altro romanzo dal sapore jiddish: Un’inquilina di nome Anna Frank. Che fare se si convive con una madre che è convinta di aver fatto l’Olocausto e impreca ogni giorno contro i tedeschi che l’hanno deportata? Non resta che darle retta. E’ quello che accade al protagonista di questo esilarante libro, Solomon Kugel, un ebreo americano, proprio come lo stesso Auslander, già costretto a lottare con i propri demoni interiori. Kugel è infatti un uomo pieno di tic e di piccole ossessioni che lo costringono ad abbandonare il caos di New York per trasferirsi in campagna. L’uomo spera così di trovare un po’ di quiete e di armonia che gli permettono di ritrovare se stesso e non vivere più le paure che lo accompagnano ogni giorno. Dietro di lui si porta la sua bizzarra famiglia: la moglie che vuole fare la scrittrice a tutti i costi, ma forse non ne ha tutte le capacità e la madre che pensa di essere in periodo di guerra e che il nemico nazista sia alle porte. Per questo nasconde il cibo e tutti i suoi averi e la mattina si sveglia urlando ossessionata dagli incubi. Ma nulla di quello che dice è vero perché l’anziana donna è sempre vissuta negli Stati Uniti. E allora cosa passa nella sua testa? E siamo proprio sicuri che non abbia un po’ di ragione? Solomon si dice che la madre ha letto troppi libri, ha ascoltato troppi racconti dai sopravvissuti. Ma tutto si trasforma e prende una luce diversa quando dal piano di sopra si sentono dei rumori sospetti. Chi sarà? Kugel non crede nei fantasmi, così scopre che nella soffitta che lui pensava disabitata si nasconde in realtà una donna che dice di chiamarsi Anne Frank. Ma è l’eroina del libro che tutti conosciamo o è solo una sua omonima o forse è una pazza? Le paure personali di Solomon così prendono spazio e si confondono con chi gli sta vicino e con la sua nuova coinquilina. Ad un certo punto però perdono quota in un turbinio di eventi e in una girandola di personaggi. Un’inquilina di nome Anna Frank è uno spaccato di vita degli ebrei americani, descritto con ironia pungente da Shalom Auslander che ci regala un romanzo a tratti storico e a tratti molto contemporaneo. Imperdibile.

Il sito ufficiale di Shalom Auslander: http://www.shalomauslander.com

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